Category Archives: Photographic Development

Photographic development and post-processing techniques

Haida Holder M10

Dopo quasi due anni dal rilascio dell’holder Haida Holder 100-Pro, la compagnia cinese ha rilasciato la nuova versione dell’holder di punta della serie 100: Haida Holder M10. Ecco il link sul sito ufficiale: Holder Haida M10. Le novità sono molte rispetto alla versione precedente, quindi non si tratta di un semplice aggiornamento, ma di una nuova edizione ridisegnata da zero. Analizziamo insieme le caratteristiche e le novità.

Cosa c’è nella confezione

Il nuovo Holder Haida M10 in alluminio, si presenta in una confezione minimale (ma a mio avviso molto elegante) di colore bianco con il solo logo e il nome del portafiltri. La scatola è solida e l’holder si trova in una custodia semirigida con rivestimento in simil-pelle.

Una volta aperta la confezione al suo interno possiamo trovare:

  • Holder parte frontale (con due guide già montate) con guarnizione (molto più sottile della versione precedente) per prevenire le infiltrazioni di luce
  • Holder anello adattatore che consente il fissaggio sulla lente
  • Filtro CPL Polarizzatore di tipo “slot-in” (ad inserimento)
  • Supporto aggiuntivo di tipo “slot-in” (ad inserimento) per prevenire infiltrazioni di luce quando si rimuove il polarizzatore
  • Guide aggiuntive (con relative viti) per poter inserire 3 diversi filtri
  • Custodia semi rigida in simil-pelle (fuori) e tessuto morbido all’interno
  • Mini cacciavite per fissare le guide (una bella iniziativa, anche se il cacciavitino non pare molto solido)

La qualità del nuovo portafiltri si percepisce immediatamente: forme arrotondate, materiale piacevole al tatto, alluminio opacizzato, guarnizioni molto sottili, nuovo pulsante di sgancio rapido. Insomma, si ha subito l’impressione di avere a che fare con un portafiltri professionale e molto migliorato rispetto la versione precedente.

Per poter montare il portafiltri sulla lente è necessario un adattatore che però non è incluso nella scatola dell’holder, ma bisogna acquistarlo a parte a seconda del diametro di cui si ha bisogno. Sono disponibili diversi diametri, quelli più utilizzati.

Il nuovo portafiltri si distingue in maniera radicale dal precedente per due aspetti che verranno molto apprezzati da chi vuole “dinamicità” sul campo:

  1. Pulsante di sgancio rapido: grazie al nuovo pratico pulsante presente lateralmente, è ora possibile sganciare velocemente l’holder, senza doverlo svitare, per certi versi un ritorno al passato, dopo che nella versione precedente era stata privilegiata una vite di blocco/sblocco con un aggancio a 3 denti non propriamente comodo.
  2. Presenza di una guida “slot-in” tra obiettivo e filtri: finalmente sarà possibile inserire e rimuovere il filtro polarizzatore (CPL) in maniera veloce, grazie all’innovativo controllo di aggancio e sgancio rapido. Non solo, l’innovazione riguarda anche la presenza di nuove tipologie di filtri (anche combinati) che vanno ad arricchire la gamma, ad esempio è disponibile un filtro combinato ND64 + CPL che consente di ottenere entrambi gli effetti con un unico filtro di tipo “slot-in”.

Qualche foto di dettaglio:

Caratteristiche

Il portafiltri si compone di 3 elementi:

  1. Parte frontale con guide per l’inserimento dei filtri
  2. Anello adattatore che consente di collegare il portafiltri alla lente
  3. Barriera di luce (se non si vuole utilizzare il CPL) o filtro polarizzatore circolare (CPL) di tipo “slot-in”

Le principali caratteristiche del portafiltri sono:

  • Materiale: alluminio (per il portafiltri) e plastica (per le guide)
  • Dimensioni: 17.5 x 17.5 x 5.4cm
  • Peso: 540gr
  • Filtri compatibili: filtri da 100mm di larghezza (filtri ND quadrati 100×100 e filtri graduati 100×150)
  • Spessore filtri: l’holder supporta filtri di spessore 2.0mm (la quasi totalità dei filtri in commercio)
  • Protezione dalle infiltrazioni di luce: l’intero portafiltri è di materiale opaco con pochissima riflettenza, inoltre è presente una guarnizione intorno al portafiltri (vicino alla prima guida) in modo da impedire infiltrazioni di luce laterale o posteriore; inoltre è presente una specifica barriera contro le infiltrazioni nel caso non si voglia utilizzare il filtro CPL.
  • Supporto filtri a lastra: nella configurazione di base sono presenti due guide per inserire 2 filtri a lastra (da 2mm di spessore), ma è possibile montare anche una guida aggiuntiva (inclusa nella confezione) che consentirà di inserire fino a 3 filtri a lastra senza vignettatura per focali a partire da 16mm in su (potrebbero esserci delle eccezioni su alcune lenti con la filettatura frontale particolarmente sporgente)
  • Sistema con filtro aggiuntivo “slot-in”: è presente una scanalatura in cui è possibile inserire degli specifici filtri di tipo “slot-in” (montati su supporto proprietario), tra cui segnaliamo la possibilità di avere dei filtri combinati, come ad esempio il ND64+CPL; in dotazione vengono forniti il filtro CPL e la barriera contro le infiltrazioni di luce
  • Anello adattatore: grazie alla disponibilità di diverse misure di anelli adattatori, è possibile montare il portafiltri sulla quasi totalità delle lenti in commercio (lenti dotate di filettatura frontale a partire da 37mm fino ad arrivare a 82mm)
  • Guide: il portafiltri è dotato di guide molto morbide che rendono agevole e fluido l’inserimento delle lastre, ma che allo stesso tempo bloccano i filtri inseriti in maniera stabile (filtri di spessore 2.0mm)
  • Pulsante di sgancio rapido: l’holder è dotato di un elegante pulsante di sgancio rapido che consente di rimuovere l’holder molto velocemente
  • Anello di rotazione: il filtro polarizzatore incluso nella slitta di tipo “slot-in” include una comoda rotellina di regolazione

Montaggio

Il montaggio del portafiltri è piuttosto veloce, sicuramente molto più rapido rispetto la versione precedente.

Questa è la mia sequenza consigliata:

  1. Avvitare l’anello adattatore sull’obiettivo
  2. Fissare parte frontale dell’holder sull’anello adattatore
  3. Inserire il filtro di tipo “slot-int” o la barriera di luce
  4. Inserire i filtri a lastra necessari

Per chi è meno esperto, si consiglia di fare un po’ di pratica in casa prima di utilizzare il portafiltri sul campo.

Utilizzo sul campo

Una volta montato il portafiltri sulla lente, è necessario regolare il polarizzatore (se montato) e inserire le lastre nelle guide.

Ecco qualche consiglio generico:

  • Prima di inserire qualunque filtro nelle guide, è bene accertarsi che l’holder sia ben collegato e l’anello adattatore avvitato in maniera corretta. Potrebbe accadere che la filettatura non sia ben allineata e nonostante l’impressione che il portafiltri sia avvitato correttamente, potrebbe bastare un movimento brusco della fotocamera per farlo sganciare e cadere. Dopo l’avvitamento, verificare che l’holder sia stabilmente collegato alla lente.
  • Nel caso in cui si vogliano utilizzare dei filtri a densità molto elevata, è bene assicurarsi tramite il Live View che la composizione e la messa a fuoco siano stati effettuati correttamente e il cavalletto sia stabile.
  • La regolazione del filtro polarizzatore va fatta prima di inserire le lastre, in modo da poterla effettuare con maggiore precisione.
  • Il portafiltri è dotato di guarnizione contro le infiltrazioni di luce: nel caso il primo filtro da inserire abbia una guarnizione, sarà necessario inserirlo nelle guide con la guarnizione verso l’esterno. La presenza di guarnizioni già sul portafiltri, assicura la massima compatibilità anche con i filtri di altre marche (alcune marche utilizzano guarnizioni specifiche per i propri holder e non compatibili con tutti i portafiltri sul mercato).
  • Rimuovere il portafiltri e la macchina fotografica prima di spostare il cavalletto (evitare di trasportare tutto insieme quando si cambia posizione).
  • I filtri con densità più elevata sono quelli a dover essere inseriti per primi nell’holder (devono quindi trovarsi più vicini alla lente).

Confronto con la vecchia versione

Rispetto alla vecchia versione sono evidenti alcuni miglioramenti:

  • Possibilità di utilizzare filtri di tipo “slot-in”, che consentono in maniera rapida di intervenire sul setup, senza la necessità di dover rimuovere l’holder per poter smontare il filtro CPL.
  • Presenza di un pulsante di sgancio rapido.
  • Maggior cura e dettaglio dei particolari.

Conclusioni

Le innovazioni rispetto alla versione precedente sono evidenti. L’upgrade è consigliato soprattutto per chi usa frequentemente il filtro polarizzatore: il nuovo design consente un montaggio molto più veloce anche in condizioni meteo meno favorevoli. Minor tempo speso nel montaggio, comporta più tempo per il processo creativo!

In conclusione, il nuovo Holder Haida M10 è un portafiltri innovativo e assolutamente consigliato per chi ama la fotografia di paesaggio. La cura costruttiva e l’attenzione ai dettagli, fanno di quest’holder uno dei migliori presenti in commercio.

L’unico punto di attenzione è l’assenza di una selezione di adattatori già nella confezione dell’holder (così come invece fanno alcune altre marche).

Articoli Collegati

Filtri A Densità Neutra

Haida Holder 100-Pro Series

La tecnica della esposizione lunga

Lee, NiSi And Haida Neutral Density Filters: Tests On Color Cast, Calibration And Vignetting

Alcune foto sono cortesia di Haida

Arco Della Pace (Long Exposure Stacking)

Come Migliorare Le Esposizioni Lunghe Grazie Allo Stacking

Sovrapposizione di esposizione lunghe (long exposure stacking)

La tecnica della esposizione lunga è molto usata nella fotografia di paesaggio soprattutto per catturare il movimento di nuvole e acqua (mare, lago, torrente). La lunga posa consente di conferire dinamismo allo scatto ed in alcuni casi permette di ammorbidire alcuni dettagli aiutando la lettura della foto.

Se sei pratico delle esposizioni lunghe, ti sarà sicuramente capitato di dover decidere il tempo ottimale di esposizione: non si tratta semplicemente di un intervallo fisso, bensì dipende dalle condizioni meteo e dal tipo di risultato che si vuole ottenere (ad esempio è tipico utilizzare tempi più lenti quando c’è poco vento, e tempi più veloci quando invece il vento è molto forte). Quando si scelgono tempi più lunghi, bisogna poi tenere conto di altri fattori, come ad esempio il fatto che si rinuncia a fare più scatti, oppure al rischio che un piccolo movimento della fotocamera richiederà poi di ripartire da zero magari perdendo il momento ideale di scatto (ad esempio durante alba/tramonto il momento “magico” potrebbe durare poco ed offrire una sola possibilità di scatto lungo).

Da un punto di vista del risultato fotografico infine, avrai certamente notato come all’aumentare del tempo di esposizione (in genere sopra il minuto) si ottiene un incremento della vignettatura e/o del rumore digitale (compresi i famosi “hot pixels”).

Tra le varie opportunità a disposizione per far fronte ai comuni problemi delle esposizione lunghe, esiste una tecnica che può aiutare in taluni casi a migliorare il risultato finale: lo “stacking” (o sovrapposizione) di più esposizioni.

La tecnica dello “stacking” si basa sulla sovrapposizione di diverse foto (ciascuna scattata con la tecnica di esposizione lunga) al fine di ottenere uno scatto il cui effetto finale è quello di simulare un tempo di esposizione molto più lungo degli scatti di partenza (pari circa alla somma dei tempi dei singoli scatti utilizzati per la sovrapposizione).

Manarola (Long Exposure Stacking)

Manarola (Long Exposure Stacking)

Come migliorare le esposizioni lunghe grazie allo stacking: PRO E CONTRO

I vantaggi di tale tecnica sono diversi:

Ridurre il rischio di perdere il momento “magico”: effettuando più scatti di breve durata (anziché uno unico molto lungo) si avranno a disposizione molte più foto.

Ridurre il rischio di dover cestinare lo scatto a causa di un movimento accidentale della fotocamera (dovuto ad un colpo di vento o a un movimento imprevisto del cavalletto ad esempio): facendo più scatti, si cestinerebbe eventualmente solo una frazione delle foto scattate, mentre con una esposizionesingola molto lunga, si sarebbe costretti a ricominciare.

Minimizzare il rischio che un cambio repentino della luce comprometta l’intero lavoro: basta eliminare gli scatti con esposizione sbagliata.

Dosaggio manuale dell’effetto finale: grazie alla disponibilità di diversi scatti, si potrà decidere in fase di sviluppo l’effetto finale, dosando opportunamente (entro determinati limiti) le esposizioni a disposizione. Ad esempio uno scatto da 2 minuti potrebbe essere ottenuto sommando 8 pose da 15 secondi o 4 pose da 30 secondi, mentre senza questa tecnica si avrebbe uno scatto unico da due minuti, senza possibilità di intervento. Se avessimo fatto 8 pose da 15 secondi, potremmo anche scegliere ex-post la durata dello scatto da 15 secondi a 2 minuti a seconda di quanti scatti decidiamo di utilizzare nel processo.

Ridurre il rumore digitale e gli “hot pixels”, perché all’aumentare del tempo di posa il rumore digitale aumenta più che proporzionalmente… quindi utilizzando tempi più brevi si ottiene anche un livello di rumore digitale inferiore.

Ridurre la vignettatura: correggere la vignettatura in uno scatto da 15 secondi è sicuramente più semplice ed efficace che correggere la vignettatura in uno scatto da 2 minuti.

Allungare oltre i limiti normalmente tollerabili il tempo di esposizione.

Riuscire a scattare esposizioni anche molto lunghe pur non avendo a disposizione dei filtri a densità neutra molto “potenti”.

Questa tecnica non ha solo vantaggi, ma ha anche qualche svantaggio che è bene conoscere:

Combinare più scatti in uno, non è generalmente accettato dai concorsi fotografici, quindi l’utilizzo di tale tecnica potrebbe impedirvi la partecipazione ai concorsi con regole più restrittive.

Per ottenere l’effetto equivalente ad una esposizione più lunga, è necessario che i singoli scatti vengano catturati a brevissima distanza l’uno dall’altro, quindi tale tecnica non è propriamente applicabile ove non si riesca a garantire una certa celerità tra uno scatto e l’altro.

L’implementazione di tale tecnica richiede conoscenze fotografiche e di sviluppo più avanzate.

Andiamo a vedere più nel dettaglio come funziona tale tecnica.

Trattandosi di una tecnica basata sulle esposizioni lunghe, daremo per scontate tutte le basi necessarie per scattare esposizioni lunghe (calcolo dei tempi, profondità di campo, iperfocale, filtri, ecc.) ed anche le basi dello sviluppo fotografico (altrimenti l’articolo diventerebbe troppo generico e inutilmente lungo).

Per un eventuale ripasso sulla fotografia di esposizione lunga, si può utilizzare come riferimento questo articolo: la tecnica della esposizione lunga

Passiamo ora ad un esempio pratico di applicazione di tale tecnica, analizzando i vari passi di implementazione.

Passo 0: Attrezzatura / Accorgimenti

Prima di elencare l’implementazione è necessario essere sicuri di avere tutta l’attrezzatura necessaria e prendere le precauzioni del caso.

Faccio una veloce lista (escludendo ovviamente macchina fotografica ed obiettivo…):

Cavalletto: quando si lavora con le esposizioni multiple (al di là dei tempi lunghi) è impensabile scattare senza cavalletto. Per quanto si abbia una mano ferma, è impossibile avere una foto di qualità quando si usano tempi superiori al secondo scattando a mano libera. Il cavalletto deve essere solido, ben stabile, con una testa che serri bene la fotocamera e con piedini ben saldi.

Telecomando (opzionale, ma consigliato): il telecomando aiuta a ridurre i movimenti della macchina in fase di scatto, per cui ne è consigliato il suo utilizzo sempre. Ancora meglio nel caso di comando di scatto remoto con intervallometro per poter agevolmente lavorare con esposizioni sopra i 30 secondi (se necessario).

Filtri a densità neutra (Filtri Neutral Density) (opzionali): ne esistono di diversi tipi e qualità, entrare nel dettaglio di cosa sono e come si usano è fuori dallo scopo di questa guida. Per chi non li conosce, basti sapere che si tratta di una tipologia di filtri che consente ridurre l’arrivo della luce verso il sensore, consentendo così di aumentare il tempo di esposizione. L’uso non è chiaramente indispensabile, dipende dalle condizioni di luce. Per approfondimenti sui filtri, si rimanda a questo articolo: Filtri A Densità Neutra.

Livella (elettronica o in plastica da applicare sulla slitta flash) (opzionale): per essere sicuri di scattare foto con orizzonte allineato.

Stabilità: assicurarsi di aver posizionato il cavalletto su un terreno stabile (ad esempio evitare sabbia e mattonelle mobili) e non su punti di passaggio. Anche questo accorgimento serve per lavorare meno in fase di sviluppo o per evitare di cestinare lo scatto.

La misurazione della corretta esposizione è fondamentale per ottenere risultati soddisfacenti. Per avere un suporto per misurare l’esposizione con e senza filtro sono a disposizione diverse applicazioni (anche per cellulare) o tabelle che vi consentono di calcolare velocemente i tempi di esposizione aggiungendo i filtri o cambiando le impostazioni. In questa guida si possono trovare diversi suggerimenti e tabelle che possono aiutare nel calcolo della esposizione corretta: La Tecnica Della Esposizione Lunga.

Passo 1: Composizione E Gamma Dinamica

La composizione chiaramente è fondamentale per una buona riuscita di qualunque foto. Una volta decisa la composizione è necessario mettere a fuoco con cura. Si consiglia di utilizzare la messa a fuoco manuale e il “live view” (ove disponibile) per mettere a fuoco in maniera accurata ed evitare che la messa a fuoco cambi tra uno scatto e l’altro. Scegliere un diaframma che consenta di avere una buona nitidezza (ciascuna lente è diversa ed ha diaframmi in cui offre una nitidezza migliore, solitamente i valori tra f/8 e f/11 sono quelli consigliati).

Dopo aver composto e messo a fuoco, è importante misurare la gamma dinamica della scena: utilizzare l’istogramma per assicurarsi di avere una esposizione corretta e coprire tutte tonalità di luce della scena. Nel caso in cui un singolo scatto non sia sufficiente per coprire tutta la gamma dinamica, potrebbe essere opportuno effettuare degli scatti in bracketing.

Prima di effettuare gli scatti finali, assicurarsi di aver misurato il tempo di esposizione corretto per quei dettagli da catturare con l’esposizione lunga. E’ fondamentale anche verificare che le foto siano effettivamente con la profondità di campo e nitidezza desiderata.

Pianificare con cura prima di catturare le esposizioni lunghe, perché non deve passare troppo tempo dagli scatti in bracketing a quelli di esposizione lunga… sia per evitare che la luce cambi troppo, sia per evitare di fare esperimenti inutili montando filtri e cambiando impostazioni a caso (rischiando così di perdere il momento o di spostare anche leggermente la macchina).

Passo 2: Scatto In Bracketing Di Tutta La Scena

Nel Passo 1 sono stati determinati i parametri di scatto delle esposizioni in bracketing, per cui impostare la macchina con:

  • Bracketing
  • Scatto continuo
  • Timer di autoscatto di almeno 2 secondi
  • Sollevamento specchio

Effettuare quindi i primi scatti per catturare la gamma dinamica complessiva.

Ecco gli scatti in bracketing dell’esempio:

Scatti In Bracketing (Long Exposure Stacking)

Scatti In Bracketing (Long Exposure Stacking)

Passo 3: Scatto Delle Esposizioni Lunghe

Subito dopo aver completato gli scatti in bracketing, si può procedere ad effettuare i vari scatti di esposizione lunga per catturare i diversi colori, il movimento e/o escludere gli elementi di disturbo.

In questo passo è necessario determinare il tempo di esposizione che possa offrire poi flessibilità in fase di sviluppo. Non è facile determinare con esattezza prima dello scatto quale sarà il tempo corretto, anche perché dipende non soltanto dai gusti personali, ma anche dalle condizioni ambientali e di luce. Solitamente si consigliano tempi tra i 30s e i 2m.

Utilizzare filtri se necessario e scegliere le impostazioni che garantiscono la massima nitidezza del soggetto (attenzione ad usare diaframmi “nitidi” per la lente a disposizione e mettere a fuoco con cura utilizzando se possibile l’iperfocale).

Nell’esempio è stato utilizzato un tempo di 120s e sono stati eseguiti in tutto 6 scatti. Per esporre 120s, è utilizzato un filtro ND1000.

Sei Scatti Di Esposizione Lunga

Sei Scatti Di Esposizione Lunga

Passo 4: Verifica Degli Scatti

Prima di spostare la macchina fotografica, provare a verificare che tutti gli scatti siano a fuoco ed esposti correttamente. In caso di errori, purtroppo bisognerà rifare gli scatti.

Passo 5: Preparazione Degli Scatti (Facoltativo)

Arrivati a questo punto le foto sono state scaricate sul computer.

Sarebbe cosa buona procedere su tutti gli scatti (ove necessario) con le correzioni comuni per macchine e lenti, onde eliminare distorsioni geometriche e/o vignettatura.

Passo 6: Postproduzione Degli Scatti Effettuati In Bracketing

Per prima cosa si suggerisce di lavorare gli scatti effettuati in bracketing cercando di omogeneizzare la gamma dinamica dell’intero scatto (tenere da parte per ora le esposizioni lunghe).

Ci sono diversi modi di fondere le esposizioni in bracketing, ciascuno può utilizzare il proprio metodo preferito.

Si consiglia la fusione HDR di Adobe Lightroom o Adobe Camera Raw (il risultato sarà identico per entrambi i software a parità di versione) perché consente di ottenere dei risultati molto naturali.

La fusione in HDR in questo esempio servirà come base per avere l’illuminazione corretta sul pavimento e sull’arco, su cui poi verrò fuso il cielo dell’esposizione lunga.

Passo 7: Postproduzione Delle Esposizioni Lunghe

Dopo aver preparato lo scatto di base è necessario fondere le esposizioni lunghe tra loro per ottenere l’effetto desiderato (che è molto soggettivo e dipende dai gusti personali).

Per questa parte del procedimento si consiglia di utilizzare Adobe Photoshop e precisamente la fusione di livelli in sovrapposizione: Files -> Scripts -> Load Files into Stack… (File -> Automazione -> Carica File In Serie…)

Adobe Photoshop: Caricamento Files In Serie

Adobe Photoshop: Caricamento Files In Serie

In particolare accertarsi di aver selezionato la casellina per trasformare tutte le immagini importate in uno Smart Object (Oggetto Avanzato), così da poter intervenire in seguito sulla diversa modalità di sovrapposizione (stacking):

Adobe Photoshop: Oggetto Avanzato

Adobe Photoshop: Oggetto Avanzato

A questo punto in Photoshop sarà presente un unico livello contenente tutte le immagini sovrapposte. Per poter sommare le immagini come se fosse stata fatta una unica esposizione lunga della somma di tutte, è necessario cambiare la modalità di sovrapposizione, cambiandola in sovrapposizione Media: Layer -> Smart Objects -> Stack Mode -> Mean (Livello -> Oggetto Avanzato -> Fusione -> Media)

Adobe Photoshop: Sovrapposizione Media

Adobe Photoshop: Sovrapposizione Media

Il risultato ottenuto sarà più o meno il seguente:

Risultato Sovrapposizione

Risultato Sovrapposizione

Come si può notare l’effetto delle nuvole nel cielo si è molto ammorbidito rispetto alle singole esposizioni, ottenendo così (più o meno) lo stesso effetto che sarebbe stato ottenuto da un’unica esposizione di 12 minuti (120s x 6).

Soluzione alternativa per lo stacking:

Ci sono altri modi per ottenere lo stesso risultato senza la funzione automatica di stacking, basta sovrapporre manualmente i livelli dal primo all’ultimo ma variando il grado di opacità.

La regola è la seguente: per ogni livello la percentuale di opacità sarà data questa regola: 100% / Numero Livello (contando i livelli partendo dal basso)

Quindi supponendo di aver numerato i livelli da 1 a 6 (avendo in questo caso sei esposizioni) e avendo messo il numero 1 in basso e tutti gli altri a seguire fino al numero 6 in cima, le percentuali di opacità saranno queste:

  • Livello 1: 100%
  • Livello 2: 50%
  • Livello 3: 33%
  • Livello 4: 25%
  • Livello 5: 20%
  • Livello 6: 17%

Il risultato finale sarà molto simile a quello ottenuto tramite lo stacking medio della funzione integrata in Photoshop.

Passo 8: Fusione Delle Due Foto

A questo punto del processo saranno disponibili due immagini:

  1. Immagine con l’intera gamma dinamica (quella ottenuta nel Punto 6)
  2. Immagine con l’effetto esposizione lunga sulle nuvole (quella ottenuta nel Punto 7)

Per ottenere l’immagine definitiva bisogna fondere la seconda sulla prima in maniera selettiva per poter mantenere la gamma dinamica corretta su tutta la foto. Le modalità per effettuare questa fusione sono diverse, in questo esempio è stata effettuata una fusione manuale tramite maschere di luminosità (Luminosity Masks).

Ci sono molti tutorial in rete che possono aiutare in questo ultimo passo, nel caso servano indicazioni.

Passo 9: Sviluppo Finale

A questo punto il compito residuale è quello di lavorare l’immagine a proprio gusto. Nell’esempio sono stati usati 5 scatti per l’esposizione lunga nel cielo e il bracketing per il primo piano (statico), per un’esposizione complessiva di 10 minuti):

Arco Della Pace (Long Exposure Stacking)

Arco Della Pace (Long Exposure Stacking)

Ecco altre immagini ottenute con la stessa tecnica:

 

Rips Of Darkness (Long Exposure Stacking)

Rips Of Darkness (Long Exposure Stacking)

The Magic Of Punta Aderci (Long Exposure Stacking)

The Magic Of Punta Aderci (Long Exposure Stacking)

Su Digital Photography School è presente la versione in inglese di questo articolo: How To Improve Your Long Exposure With Stacking

Manarola - Cinque Terre

Photo Editing Workflow: Landscape Adventure Photoshop Actions

My typical digital photo editing workflow starts in Adobe Lightroom where I perform 95% of the work and then in Adobe Photoshop I deal with special situations and finishing touches.

Recently I had the opportunity to test Landscape Adventure Photoshop Actions from Sleeklens and I was impressed. These presets offer a lot of interesting possibilities while developing images. Usually I’m not a big fan of Photoshop Actions, because they don’t work fine for all images, but there are some exceptions for those actions which are generic, such those adding contrasts or slightly alter tones.

Sleeklens Landscape Adventure Photoshop Actions

Sleeklens package has been created with the goal to keep your photo editing workflow  flexible and modular. All actions are well organized based on their goal:

  1. EXPOSURE: overall exposure adjustments on lights and shadows
  2. BASE: some basic adjustments for dynamic range, contrast, clarity and basic toning
  3. TONE: toning actions working on specific colors and overall mood
  4. ALL IN ONE: set of actions created to apply a set of edits based on specific situation/goals like sunrise, sunset, twilight hours, black and white
  5. ENHANCE: specific tools to enhance details, sky or tones
  6. SPECIALITY: special effects to be applied on the image, like flare, grain or sort of “dreaming” effect
  7. TEMPERATURE: warm and cool toning
  8. WEB FILE PREPARATION: automatic exporting actions for social channels and sharing

I have used those actions in my photo editing workflow to test them and I must admit that some of the actions really speed up image editing. Most of actions needs to be further adjusted, but that’s where the power is: if they were “static”, they wouldn’t have been so flexible.

My favourite actions are Sky Enhancer (in the ENHANCE section) and Dreamy Landscape (in the SPECIALTY section), I usually adjust them a bit to suit my taste (Dreamy Landscape I only apply at no more than 20%), but I really like the overall effect.

Some of the actions you may apply by using Luminosity Masks to be more precise in your editing approach.

Lightroom Preset

In case you prefer to keep your workflow only in Lightroom, Sleeklens offers also different sets of Sleeklens Lightroom Presets.

Some Demo Images

Here you will find a couple of images I finalized by using Landscape Adventure Photoshop Actions.

 

Milano - Duomo - Natale

Milano – Duomo – Natale

Manarola - Cinque Terre

Manarola – Cinque Terre